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Quale terapia per la calcolosi renale?
I calcoli di piccole dimensioni, al di sotto dei 5-6 mm di diametro vengono in genere espulsi spontaneamente entro 4 settimane. In corso di espulsione si possono verificare uno o più episodi di colica renale.

Se invece le coliche sono subentranti, se compare infezione urinaria, se il calcolo non progredisce o è di più grandi dimensioni (solo il 50% dei calcoli con diametro maggiore od uguale a 7 mm viene espulso spontaneamente), o addirittura se è a stampo, è necessario intervenire con trattamenti più o meno invasivi.

Terapia della colica renale

E’ prettamente farmacologia e richiede l’utilizzo di farmaci antidolorifici e/o antispastici.

Gli antidolorifici più utilizzati sono i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) quali Diclofenac, Ketorolac, etc. Questi riducono il dolore attraverso un duplice meccanismo:

- decremento della risposta infiammatoria per blocco della sintesi di prostaglandine che hanno una azione vasodilatatrice,

- contrazione della diuresi dovuta alla riduzione del flusso renale plasmatico e quindi della pressione di filtrazione.

I farmaci antispastici (ioscina bromuro, rociverina, etc.) esplicano invece la loro azione antidolorifica rilasciando la muscolatura liscia dell’uretere.

Anche gli oppioidi ed gli antinfiammatori steroidei (cortisone e suoi derivati) sono dotati di azione antidolorifica. I primi, infatti, agiscono sulla percezione del dolore per azione diretta a livello del sistema nervoso centrale (anche se hanno un’azione spasmizzante sulla musolatura liscia ureterale) mentre i secondi riducono localmente la risposta infiammatoria. Nonostante ciò sono poco utilizzati nella pratica clinica.

Per quanto riguarda la terapia antibiotica essa è indicata solo in presenza di una concomitante infezione urinaria o quando vi sia un’ostruzione prolungata.

Quando è opportuno effettuare la terapia espulsiva?

Questa è indicata sia quando il calcolo è di piccole dimensioni sia quando è necessario favorire l’ espulsione dei frammenti litiasici dopo trattamento litotriptico (litotrissia extracorporea, endoscopica, per cutanea).

La terapia espulsiva si basa su due principi :

- aumentare la pressione a monte del calcolo (terapia idropinica),

- ridurre le resistenze a valle del calcolo stesso (farmaci miorilassanti).

La terapia idropinica (assunzione di liquidi) ha lo scopo di mantenere elevata la diuresi di modo ché venga effettuato un lavaggio delle vie escretrici. I liquidi possono essere assunti o effettuando i cosiddetti “colpi d’acqua” che consistono nel bere circa un litro di acqua ogni 20 minuti (per un totale di circa 2 litri) o bevendo 2-3 litri di acqua distribuiti regolarmente nella giornata.

Tuttavia, in determinate condizioni, il carico idrico può risultare cotroproducente e/o nocivo per i seguenti motivi:

- può favorire l’insorgenza di una colica renale

- può determinare un blocco funzionale del rene ostruito per innalzamento eccessivo della pressione pielo-ureterale

- può determinare uno spandimento urinoso per ressi pielo-caliciale.

I farmaci miorilassanti sono utilizzati per favorire il passaggio del calcolo lungo la via escretrice. Quelli più utilizzati sono la Joscina bromuro, la Rociverina, il Prifinio bromuro e il Flavossato.

A questa famiglia si è aggiunta ultimamente la Tamsulosina. Si tratta di un farmaco alfa- litico utilizzato prevalentemente nei pazienti che soffrono di disturbi minzionali dovuti all’ipertrofia prostatica o ad altre affezioni ostruttive funzionali del tratto cervico-uretrale. Studi recenti hanno dimostrato che questo farmaco è attivo anche sui recettori alfa-1D, che sono distribuiti non solo sulla parete vescicale ma anche sul tratto dell’uretere terminale. Pertanto è in fase di studio (anche presso il nostro Centro) l’utilizzo di tale farmaco nella terapia espulsiva dei calcoli posti nel tratto terminale dell’uretere.

Quale terapia strumentale è indicata per il trattamento della litiasi reno-ureterale?


Come già detto in precedenza le possibilità di espulsione di un calcolo sono subordinate alla morfologia della via escretrice, alle patologie associate, alla forma e alle dimensioni del calcolo nonché alla sua sede. Poiché solo il 5% dei calcoli con diametro superiore a 7mm viene eliminato spontaneamente, si può dedurre facilmente come opzioni terapeutiche strumentali siano necessarie per calcoli superiori a tali dimensioni. Pur potendo scegliere tra una vasta gamma di trattamenti strumentali (litotrissia extracorporea, litotrissia endoscopica, litotrissia percutanea), la scelta di ognuno di essi è basata su precise indicazioni.